Manutenzione caldaia: i 6 punti essenziali del contratto
Manutenzione caldaia: i 6 punti essenziali del contratto
Con l’arrivo dell’inverno è importante tenere in considerazione la manutenzione della propria caldaia e del proprio impianto di riscaldamento; le nuove normative nazionali, infatti, si sono fatte più stringenti al fine di valorizzare l’introduzione di sistemi di risparmio energetico e sicurezza nelle unità abitative.
L’arrivo della bassa stagione costringe a un uso intensivo del proprio impianto termico, così da lasciare la propria dimora calda e accogliente durante le giornate più fredde e uggiose. Per questo motivo abbiamo deciso di aprire una breve panoramica sui 6 punti essenziali che ogni privato dovrebbe tenere a mente in merito all’apertura di un contratto di manutenzione della propria caldaia. Il motivo? Un impianto in ordine - nonché in grado di lavorare con efficienza e costanza - non solo inquina meno, ma avrà un prezzo sicuramente agevolato dalle più recenti detrazioni fiscali messe in atto per trasformare il nostro Paese in una nazione total green.
Il contratto di manutenzione viene stipulato al fine di organizzare un plan dei controlli di cui necessita il proprio impianto domestico o commerciale. Sebbene le normative nazionali abbiano introdotto una rigida scadenza per gli obblighi che ogni cittadino deve adempiere, sono 6 i punti che è bene conoscere in maniera approfondita per scegliere la modalità contrattuale maggiormente adatta alle proprie esigenze.
1 – Le tempistiche di manutenzione
In primo luogo, è bene tenere a mente che dal 2013 è operativo il regolamento secondo DPR numero 74, il cui argomento riguarda l’efficienza energetica e la manutenzione degli impianti termici domestici o commerciali; la normativa è valida per tutti i sistemi con potenza superiore ai 10kW e inferiori a 100kW netti, sia a combustibile liquido che solido. I controlli devono essere portati a compimento con cadenza biennale; ogni quattro anni, invece, per impianti di stessa potenza che siano alimentati a metano o GPL.
2 – Intervalli temporali obbligatori
Sebbene alcune regioni possano essere in ritardo nella stesura di una regolamentazione in materia, le normative nazionali hanno imposto degli intervalli obbligatori entro i quali effettuare la manutenzione con un professionista abilitato, in grado di rilasciare gli estremi per la compilazione del libretto utile alla registrazione del proprio sistema di riscaldamento. Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino, Val D’Aosta, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Sicilia dovranno quindi attenersi alle tempistiche biennali o quadriennali, in relazione alla caldaia montata nello spazio domestico.
3 – Ispezioni di sicurezza
Le ispezioni di sicurezza dipendono dall’organizzazione regionale e comunale di competenza, qualora essa dovesse superare i 40.000 abitanti. Il consiglio degli esperti, dunque, è quello di mantenersi informati presso gli sportelli appositi al fine di avere un calendario sempre attuale della frequenza degli interventi da eseguire, della burocrazia di rispettare e di tutti le scartoffie da compilare appositamente, fra le quali ricordiamo il libretto di manutenzione che ha da poco subito un processo di digitalizzazione.
4 – Nuovi sistemi di riscaldamento
Per i nuovi impianti – sotto i 4 anni di funzionamento – è possibile che l’installatore autorizzato o la specifica azienda che si è occupata della manutenzione e del montaggio, segnalino la corretta cadenza dei controlli di cui l’impianto ha bisogno; se così non fosse, è compito del proprietario tenere sott’occhio gli impegni previsti dalle regolamentazioni vigenti, così da non incappare in piacevoli sorprese.
5 – Costo di manutenzione
Il costo di manutenzione è un fattore che varia sempre sia dalla regione che dall’azienda scelta. Di conseguenza – sebbene sia possibile fare soltanto una stima parziale delle spese di gestione del proprio impianto termico – il costo di un intervento si aggira intorno ai 100 euro se si vuole verificare l’ammontare di emissioni, intorno ai 60/80 euro per un semplice intervento di controllo.
6 – I costi extra riguardanti un impianto termico
L’acquisto di una caldaia costringe solitamente a una ricca serie di spese accessorie il cui scopo è quello di attestare l’effettivo funzionamento dell’impianto termico; esse riguardano in primo luogo il prezzo per la prima accensione, per il collaudo e per il controllo dei fumi. Se si è alla ricerca di un pacchetto all inclusive che consenta di avere nel prezzo iniziale già tutti i lavori di stabilizzazione della nuova caldaia, è bene trovare aziende che racchiudano nel pacchetto tutti i servizi richiesti dal consumatore. Può capitare, inoltre, di avere bisogno di un’eventuale estensione di garanzia rispetto a quella basic o di un’assistenza programmata. Il canone annuale è solito aggirarsi intorno ai 100 euro di spese, sebbene per i primi 5 anni il nuovo sistema termico dovrebbe ben essere esente da problemi tecnici di funzionamento.
Per ottenere il meglio delle performances dal proprio impianto di riscaldamento – di qualsiasi tipologia esso sia – l’unico consiglio degno di nota, con cui desideriamo chiudere il nostro articolo, riguarda la scelta dei professionisti del settore. STA Srl è leader nella valorizzazione e nella gestione consapevole di ogni struttura termica che necessita di assistenza, riparazione e manutenzione. La sede – presso Casale Monferrato, in provincia di Alessandria – apre nel 2001 per diventare presto un punto di riferimento regionale.
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